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Art en général - Renaissance - Temps modernes - Italie - Histoire de l'art Vincenzo Paudice La "Maniera Affettata" de la peinture "oltramontana" Etude de la réception de la peinture septentrionale dans la littérature artistique italienne au XVIIe siècle
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Reporticle : 131 Version : 1 Rédaction : 01/05/2015 Publication : 19/05/2015
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1Dans la lettre adressée à Dirk van Ameyden, Vincenzo Giustinani a en effet inséré cette pratique parmi les douze manières de peindre qu’il considérait les plus remarquables. G. BOTTARI, Raccolta di lettere sulla pittura, scultura ed architettura, éd. S. Tiricozzi, VI, Milan, Silvestri, 1822, p. 126.
2Dans la deuxième édition des Vies, l’auteur arétin, par exemple, a relaté exclusivement les vies des artistes nordiques s’étant rapprochés de l’art des Italiens, dans le but principal de faire valoir le primat de ces derniers. G.VASARI, Le Vite de’ più eccellenti pittori, scultori e architettori, éd. Rosanna Bettarini et Paola Barocchi, Florence, Sansoni, 1966-1997, t. V.
3« Gli Oltramontani, massime i Tedeschi, ed altri habitanti de' paesi Settentrionali danno continuamente a conoscere co gli effetti delle proprie operationi ritrovarsi in fatti più diffusi, e maggiormente nella diligenza puntuali, perche in ciò il particolar Clima dispone in simili paesi un'inclinatione per operationi di tal sorte Ma se consideriamo le più degne qualità dell'operato espresso da spiriti più efficaci, e pronti, e che insieme eccitato dall'entusiasmo di vivacissima, e profonda intelligenza paleserà le Scuole dell'Italia, come i loro maggiori Maestri veramente impareggiabili ».(F. SCANNELLI, Il microcosmo della pittura, Cesena, Neri, 1657, p. 232)
4« non si debba lasciare parte del corpo, ancorche minima, che dall'artefice non venga espressa con ogni diligenza » (F. SCANNELLI, op. cit., p. 56)
5« Dove confiderata come assoluta una tal propositione […] pare però non possa, che riuscire vitiosa, ed imperfetta, venendosi quotidianamente a conoscere non meno restar defraudati coloro, che coll'eccesso di finitezza indifferente hanno procurato dimostrare contro il dovere ogni minima parte, [...] le quali tutte rappresentate con ordine conveniente, e ricercate a sufficienza fanno vedere quella verità, che in altra maniera espressa non suole comparire che in estremo affettata, e vitiosa ». (Ibid., p. 56.)
6A. BLUNT, La théorie des arts : 1450-1600, Paris, Montfort, 1988, pp. 91-92.
7« Essendo in effetto il vero mezzo termine, ed anco seguitato da’ migliori migliori Artefici l'osservanza dei buoni naturali a proportione della vista, il che si ritrova in conformità di quello, che fanno conoscere le sicure regole di bene intesa Prospettiua ».(Ibid., p. 56.)
8Ce terme ferait référence à « la perfection entière » atteinte, selon Vasari, par les artistes de la péninsule. (VASARI, Le Vite de' più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani, da Cimabue, insino a' tempi nostri [1550], éd.critique de Luciano Bellosi, Aldo Rossi et Giovanni Previtali, T. II, Torino, Enaudi, 1986, p. 540.)
9Dictionnaire étymologique de la langue latine : histoire des mots, par A. Ernout et A. Meillet, 4e éd., Paris, Librairie C. Klincksieck, 1967, p. 350.
10Vocabolario degli Accademici della Crusca [1612], Firenze, Le Lettere, 1987 ; A. POLITI, Dittionario toscano : compendio del vocabolario della Crusca, Rome, Ruffinelli, 1614.
11C. RIPA,Iconologia overoDescrittionedell’imagini universali cavate dall’Antichità et da altri luoghi, Rome, Heredi di Gigliotti, 1593.
12« l'industria, che poniamo in eleggere, e scieglie se quello che ci è più espediente nelle nostre attioni [...] e nulla ci è che per lei non si conseguisca ». (C. RIPA, Nuova Iconologia, Sienne,Florimi, 1613, p. 189).
13« eleggere, scegliere e cappare il migliore »  (Ibid., p. 189).
14« si trattenne lungamente con diligenza e studio infinito [...] né ciò paia strano, perché egli si pose in animo di patire, e di sofferire ogni cosa per l'acquisto della virtù e della sapienza dell'Arte » (Bellori, Vite de' pittori, scultori e architecti moderni, Rome, Forni, 1672,p. 309)
15C. RIPA, op. cit., 1613, pp. 189-190.
16Op. cit. [1612], 1987.
17B. CASTIGLIONE, Il libro delCortigiano [1528], Turin, Einaudi, éd. 1965.
18M. T. RICCI, Du cortegiano au discreto : l'homme accompli chez Castiglione et Gracián. Pour une contribution à l'histoire de l'honnête homme. Paris : H.Champion, p. 159.
19B. CASTIGLIONE, op. cit., p. 44.
20« Ma avendo io già più volte pensato meco onde nasca questa grazia, lasciando quelli che dalle stelle l’hanno, trovo una regula universalissima, la qual mi par valere circa questo in tutte le cose umane che si facciano o dicano più che alcun altra, e cio è fuggir quanto più si po, e come un asperissimo e pericoloso scoglio, la affettazione; e, per dir forse una nova parola, usar in ogni cosa una certa sprezzatura, che nasconda l'arte e dimostri ciò che si fa e dice venir fatto senza fatica e quasi senza pensarvi. Da questo credo io che derivi assai la grazia » (Ibid. p. 44)
21P. BURKE, The Fortunes of the Courtier, Cambridge, Polity Press, 1998, p. 31.
22« Questa virtù adunque contraria alla affettazione, la quale noi per ora chiamiamo sprezzatura, oltra che ella sia il vero fonte donde deriva la grazia». (B. CASTIGLIONE, op. cité, p. 47)
23Ibid., p. 263.
24Ibid., p. 47.
25M. T. RICCI, Du cortegiano au discreto : l'homme accompli chez Castiglione et Gracián : pour une contribution aÌ l'histoire de l'honnête homme. Paris, H.Champion, p. 159.
26Ibid., p. 159.
27« Dicesi ancor essere stato proverbio presso ad alcuni eccellentissimi pittori antichi troppa diligenzia esser nociva, ed esser stato biasmato Protogene da Apelle, che non sapea levar le mani dalla tavola [..] Voleva dire Apelle che Protogene nella pittura non conosceva quel che bastava; il che non era altro, che riprenderlo d'essere affettato nelle opere sue. » (B. CASTIGLIONE, op. cit., p. 47).
28PLINE L’ANCIEN, Histoire naturelle, texte établi et traduit par H. Le Bonniec, commenté par H. Gallet de Santerre et par H. LeBonniec, Paris, 1983, t. XXXV, 10.
29Ibid., T. XXXIV, 8.
30«Sarà adunque il nostro cortegiano stimato eccellente ed in ogni cosa averà grazia, massimamente nel parlare, se fuggirà l'affettazione;  tutto questo procede da troppo desiderio di mostrar di saper assai; ed in tal modo l'omo mette studio e diligenzia in acquistar un vicio odiosissimo». (B. CASTIGLIONE, op. cit., p. 48.)
31« sono da Dio concesse agli omini» (Ibid., p. 6).
32Dans son ouvrage Nuove Musiche, Giulio Cassini affirme « Il faut chanter sans mesure, presque en parlant harmonieusement avec sprezzatura, en enlevant au chant une certaine étroitesse et sécheresse».(G. CACCINI, Nuove Musiche, Florence, Marescotti, 1601).
33« una certa grazia che non si può dare alle opere che altri fa, né per istudio né per imitazione; ma è dono veramente celeste ». (G. VASARI, op. cit., p. 418)
34«facilmente le cose, che non paion fatte con fatica » (G.VASARI,op. cit., éd.1568, p. 774 ).
35« Mancandoci ancora nella regola una licenzia che, non essendo di regola, fusse ordinata nella regola e potesse stare senza fare confusione o guastare l'ordine, il quale aveva di bisogno di una invenzione copiosa di tutte le cose e d'una certa bellezza continuata in ogni minima cosa, che mostrasse tutto quell'ordine con piú ornamento. Nelle misure mancava uno retto giudizio, che senza che le figure fussino misurate avessero in quelle grandezze, ch'elle eran fatte, una grazia che eccedesse la misura ».(G. VASARI, op. cit., p. 540)
36E. PANOFSKY, Idea, traduit par Henry Joly, Paris, Gallimard, 1989, pp. 86-89.
37« queste cose son piú conosciute da uno occhio buono, il quale se ha giudizio, si può tenere il vero compasso e la istessa misura, perché da quello saranno lodate le cose e biasimate ». (G.VASARI, op. cit., p. 42)
38E. POMMIER, « L'artiste figure de la grâce à la Renaissance »,  Littératures classiques, 2/2006 (N° 60), p. 229-240.
39Ibid., p. 235.
40« di levar via una certa maniera secca e cruda e tagliente, che per lo soverchio studio avevano lasciata (i pittori del quattrocento) in questa arte »(G.VASARI op. cit., p. 541.)
41Dizionario della Crusca 1612, Op. cit.[1612], 1987.
42« la quale derivando dalla perfettione, e degna corrispondenza di tutte le parti si manifesta una tale straordinaria venustà per sé stessa sufficiente a rapir gli animi ad amore ». (F.SCANNELLI, op. cit., p. 45)
43« Paesando in chiaro col Maestro delle Prospettiue (il parle d’Euclide) la stessa prattica, che gli oggetti più vicini riescono dì necessità alla vista maggiori. Dove considerata come assoluta una tal propositione, benché verisimilmente consacevole al particolar genio dell’Autore, pare però non possa, che riuscire vitiofa, ed imperfetta, venendoti quotidianamente a conoscere non meno restar defraudati coloro, che coll'eccesso di finitezza indifferente hanno procurato dimostrare contro il douere ogni minima parte, che gli altri, i quali trascurati, ed impatienti, se bene di buono intendimento, tralasciarono nei loro dipinti i convenevoli ricercamenti. Essendo in effetto il vero mezzo termine, ed anco seguitato da’ migliori Artefici l’osservanza de’ buoni naturali a proportione della vista, il che si ritrova in conformità, con quello che fanno conoscere le sicure regole di bene intesa prospettica scoprendosi in simili oggetti debitamente situati alcune parti maggiormente crescere, e altri del tutto celarsi e frà queste anco osserfarsi di quelle che mezanamente si dimostrano, le quali tutte rappresentate con ordine conveniente, e ricercate a sufficienza fanno vedere quella veritalesquellesexprimées d'autre maniera, n’apparaîtqu’extrêmementaffectée et vicieuse».(Ibid., p.56)
44E. PANOFSKY, op. cit., p. 99.